“SEI TU ° LA MINIERA”
Azione rituale e condivisa
“OPUS & LIGHT” MADONNA del POZZO, 2017
Ideazione e progetto:
STUDIO A’87 – in collaborazione con Palazzo Collicola Arti Visive e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Spoleto
SEI TU ° LA MINIERA
azione rituale e condivisa
SEI TU ° LA MINIERA
come monito e come promessa di rinnovata riconciliazione
E’ un viaggio di scoperta, di tensione a qualcosa di alto seppure in direzione discendente.
E’ un viaggio in compagnia di qualcun’ altro e qualcos’altro che forse ci abita.
E’ tumulto e prigionia, è desiderio ma anche paura.
E’ dolore e consolazione.
E’ la possibilità percepita e chissà, forse, questa volta vissuta.
E’ sentire il proprio corpo e seguirne la mappatura; è l’ istinto ritrovato, è l’ animalità.
E’ l’ Auspicio di una riconnessione al nucleo centrale intatto, quel luogo dell’ essere ancor prima dell’ essere.
E’ ierofania della materia, sacralizzazione della sostanza; è tornare alla natura.
Oggetti e simboli si faranno tempo e spazio, immagine e parola.
nell’ immagine fotografica | MATRICE oggetto rituale e poetico, Reliquia dell’ amore universale o “Ex voto all’ Umanità, all’ Animalità ed alla Madre Terra”
divinità, alla quale l’ uomo non può che inchinarsi tornando alla sua radice ed alla sua ancestrale connessione con il selvaggio.
Il progetto “Opus & Light” di Studio A’87 prevede interventi di artisti contemporanei nello spazio della chiesetta Madonna del Pozzo presso Porta Monterone a Spoleto, ingresso sud della Città medievale, sull’antico tracciato della Via Flaminia: installazione di un’opera a confronto con la specificità del luogo.
Bernardino Campilio da Spoleto è l’autore dell’affresco della Madonna del Pozzo datato 1493 (parete di fondo, restaurato nel 2000 da Mariella Farinelli): “La combinazione degli elementi stilistici, ornamentali e grafici consente di attribuire questo trittico murale (Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Pietro martire patrono di Spoleto) a Bernardino Campilio da Spoleto, artista estroso di cui si sa che oltre a dipingere si dilettava anche di poesia e di musica (suonava cetra e liuto). Era nativo di Lenano, nei pressi di Campello, località da cui prese il nome latinizzato “Campilius”, e lasciò opere in tutto lo Spoletino, nella Valnerina meridionale e nel Piceno. Fu in contatto con Pier Matteo d’Amelia all’epoca del polittico di Terni (1483). L’influenza del maestro amerino si palesa nel san Giovanni Battista del presente affresco e nel medesimo santo del trittico di Arrone oggi ridotto alla sola predella firmata e datata 1487 (oggetto di prossima pubblicazione). Può considerarsi l’ultimo pittore autoctono spoletino prima dell’avvento di Giovanni Spagna e di Jacopo Siculo, seguaci e divulgatori rispettivamente del Perugino e di Raffaello” (Romano Cordella).
MATRICE | maggiori immagini qui
REALIZZAZIONE | COSTUME | MASCHERA
essere il gesto nel momento stesso in cui quel gesto è compiuto
Azione rituale | corpo che si fa pensiero
Lentezza e ripetitività, disconnettermi per connettermi di più. Istinto ritrovato
*
TORNARE AL BIANCO Lasciar cadere ciò che è il bagaglio ereditario di dolore. Antica coperta, di famiglia, insaponata lasciata al sole | Lacrime che si fanno oro * cotone naturale tinto manualmente di giallo oro | SENTIRE IL PROPRIO CORPO, SEGUIRNE LA MAPPATURA (Energia fertile, primordiale, femminile) * Cucire manualmente la mappatura di nutrimento e rinascita
cucire manualmente la mappatura di nutrimento e rinascita
COSTUME | MASCHERA | COPERTA maggiori immagini qui
PRIMA DELL’ AZIONE RITUALE UN INCONTRO PREZIOSO
Acque sacre e sorgive del Clitunno
Terra a ribollire, acqua a respirare
*
Portarle, poi, con me, a Spoleto.
Terra a ribollire, acqua a respirare
AZIONE RITUALE E CONDIVISA | MADONNA DEL POZZO | SPOLETO
LASCIAR CADERE IL BAGAGLIO EREDITARIO DI DOLORE
sentire.il proprio corpo, seguirne la mappatura. Energia fertile primordiale, femminile.
RICONCILIAZIONE
Versare le acque sacre e sorgive del Clitunno nel pozzo della chiesetta.
Terra a ribollire, acqua a respirare
Terra, piante, fiori, sabbia e conchiglie d’ Abruzzo a mescolarsi, con la roccia rosa d’ Assisi.
ESSERE PONTE
fare assieme silenzio | mani che si fanno ORO | sentirsi
lasciare che ogni cosa raggiunga il mare | dal fiume Topino, passando per il Tevere.
Era trascorso quasi un anno dal mio espormi.
Un anno denso, di vita e di morte, di apnee e respiri larghi, di passi incerti e consapevolezze conquistate.
Di abbracci mancati ed incontri oltre lo spazio ed il tempo.
Ad ogni passo, lei, compagna instancabile di un tempo bruciante ma lento, protrettrice del confine tra il giorno e la notte, lei, che ristabilisce equilibri: l’Arte.
E se in questo viaggio è stato il tempo della condivisione è stato grazie a chi ci mette cura e cuore.
Lo scrivo lentamente, come se lo stessi sussurrando
Grazie a Meri Tancredi per la sua bellezza.
Grazie a Franco Troiani che da anni è custode di un luogo magico e prezioso, dove acqua sacra scorre da sempre, e che con sensibilità ha compreso quanto il confine tra Arte e Vita sia, per me, sottilissimo e fatto di sogni, intuizioni e se il corpo lo detta, anche di cambi di rotta.
Grazie a Pamela Sisti, sorella del destino, che mi ha accompagnato prima che tutto avesse inizio, in un prezioso luogo che mi stava chiamando fortissimo.
Grazie a Dario Orphée La Mendola che ha dedicato tempo, delicatezza ed attenzione alla mia ricerca. Come in una danza le mie parole e le sue.
qui : http://www.michelatobiolo.com/pdf/Michela_Tobiolo_SEI_TU_LA_MINIERA_Dario_Orphee_LaMendola.pdf
Non è cosa da poco in un tempo veloce, distratto, come lo è spesso il tempo di oggi; tutto teso a celebrare la scorza.
E ringrazio tutti.
Chi ha avuto la delicatezza di sostare in macchina, senza reclamare, rispettando il silenzio sacro dell’azione e attendendone la conclusione per poter passare.
Chi c’era fisicamente e con tutto sè ed oltre sè, donandomi parole che saranno faro nei momenti bui.
E chi c’ è stato con un pensiero.
Ho iniziato questo viaggio priva di qualunque aspettativa, con il solo grande desiderio di riconciliazione.
Tutto ciò che è stato, è stato intenso e davvero condiviso; oltre la più pura immaginazione.
Il giorno che ho girato questo piccolo video è stato come se il giardino mi parlasse.
Ne ho avuto, poi, la conferma. Assieme.