oggetti _poetico rituali parte del progetto

 



ELEMENTI POETICO RITUALI

Parte del progetto:
CORPO DI STELLE dalla terra attraverso il mare fino a raggiungere il cielo
Installazione ed azione rituale e condivisa

presso il MABOS | Museo D’ Arte del Bosco della SILA
RESIDENZE ARTISTICHE SENSE
23 Agosto – 1 Settembre 2018
http://www.museomabos.com/
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approfondimento sul progetto:  http://www.michelatobiolo.com/?portfolio=corpo-di-stelle-dalla-terra-attraverso-il-mare-fino-a-raggiungere-il-cielo-azione-rituale-e-condivisa-mabos-museo-darte-del-bosco-della-sila




E’ l’incanto a rigenerare l’umano; essere insieme dalle radici fino alla fine del cielo. Custodi di echi mai dimenticati.


 

azione rituale CORPO DI STELLE | dalla terra attraverso il mare fino a raggiungere il cielo

 


E’ ierofania della materia, sacralizzazione della sostanza; è tornare alla natura.





LAVORAZIONE MANUALE elementi poetico rituali | lentezza e ripetitivià; disconettersi per connettersi di più



mantella DI PELLE e DI STELLE – circumnavigare la soglia; ricordare la sua forma intera


 bastone Pavone | trasformazione alchemica; fragore


 sacca SEI TU | TU SEI contenente i sassolini di stelle


cavigliere- sonagli | DANZA LA VITA


oggetti e simboli che si fanno tempo e spazio, immagine e parola.



Scrivevo nel progetto che ho presentato e che avrei poi, sviluppato:

CORPO DI STELLE | dalla terra, attraverso il mare fino a raggiungere il cielo
installazione scultorea | azione rituale e condivisa
CORPO DI STELLE come monito e come promessa di rinnovata riconciliazione. E’ un viaggio che ha passi di stelle e ritorni di zolle.
E’ circumnavigare la soglia; è rovesciare il significato, è ricordare la sua forma intera.
E’ respiro largo al centro del petto; è ciò che non so, non ho, non sono.
E’ un cuore tamburo che danza la vita, è affidarsi al vento.
E’ l’incanto a rigenerare l’umano; essere insieme dalle radici fino alla fine del cielo. Custodi di echi mai dimenticati. E’ lo spazio attorno che convoglia al centro.
E’ ierofania della materia, sacralizzazione della sostanza; è tornare alla natura.

Oggetti e simboli si faranno tempo e spazio, immagine e parola.

*CORPO DI STELLE | dalla terra, attraverso il mare fino a raggiungere il cielo
installazione scultorea | azione rituale e condivisa

Nasce con il desiderio, la speranza e la volontà di trovare una fisicità, intenzionalità e significazione che dialoghino con la vita; che pongano l’attenzione sul piccolo, sul dettaglio, sul qui ed ora che ci fanno corpo, mondo e poi di più.
Un ritorno all’origine che è dentro di noi.
Un rito condiviso e collettivo che ci faccia sentire uno.


 


Una installazione ed un rito che ci ricordino che siamo molto di più e molto più a fondo e molto più in alto; nel silenzio della nostra individualità e nella condivisione.

 


“Corpo di Stelle di Michela Tobiolo, si colloca nel presente dell’Arte della Performance, pur non riconoscendosi come tale: «Non la chiamerei performance perché non faccio teatro. Non preparo dei movimenti o dei dialoghi definiti, seguo le sensazioni, e non è il mio io ad essere protagonista» ci dice l’Artista. Quindi cos’ è Corpo di Stelle? E’ un’azione rituale condivisa, un’azione che può apparire tempo presente, ma che nel suo atto ontologico si fa rito primitivo e tribale volto all’ancestrale desiderio umano di ritornare all’unità con la Natura. Natura troppo spesso vissuta e percepita come avversa, esistenza aliena a noi esseri animali dotati di raziocinio. La ricerca artistica della Tobiolo, si è nutrita negli anni dei suoi studi multidisciplinari, approfondendo varie discipline (umanistiche, filosofiche e sociali) che riappaiono liberamente espresse in una visione artistica densa di richiami a simbologie prese in prestito da diverse tradizioni culturali. In Corpo di Stelle, il simbolo egemone, è l’oggetto scultoreo. Il corpo ligneo è attore principale antropomorfizzato, da ciò che può apparirci (lasciandoci trasportare dall’immaginazione) testa di cielo stellato fino alla diramazione biforcuta degli arti inferiori, gambe di tramonto che ricollegano l’attore (così come lo spettatore) al suolo boschivo della Sila.
«E’ come un volo pindarico con la mente, non dimenticando il ritmo della gravità che ci tieni legato alla superficie terrestre».
Ritmo che entra nell’azione rituale con il battito delle pietre, componente tribale che unita ad un canto antico calabrese (canto arcaico sulla Madonna, non vincolato nel suo utilizzo al significato meramente cattolico, bensì ad una valenza più ampia di donna/madre universale) costituisce la componente catartica, espressa in un rudimentale accompagnamento musicale, degno di remote tribù. L’ artista si inserisce all’interno del rito, vestita come fosse una Eva rinata (o nata per la prima volta) pronta a dialogare con il simbolo-attore antropomorfizzato legno.
Un dialogo di sguardi e gesti, un corpo a corpo che genera un incontro, un dialogo muto. In questo momento si realizza il nucleo espressivo dell’opera: l’abbandono totale dei meccanismi dell’uomo contemporaneo, sempre più lontano dalla sua natura istintiva-animale. Il rientro di Eva (e dello spettatore che osserva il dialogo) nel corpo altro, che abbraccia e accarezza. Eva (che raccoglie in sè tutte le parti del femminile) attua un processo di immedesimazione istintiva con il Corpo di Stelle, anche rivestendosi di stelle svolazzanti dei medesimi cromatismi, fondendosi con il simbolo che condensa e riunisce in se tutti gli elementi naturali (acqua, aria, terra, fuoco). Corpo di Stelle ci appare sul finale dell’azione rituale, uno e doppio, da un sacchetto la Tobiolo estrae il corpo di stelle frammentato in piccole porzioni di cielo stellato, regalandone una manciata ad ognuno dei presenti, indicando con lo sguardo la possibilità di restituirle al corpo di stelle attore antropomorfizzato (totem poetico tribale) o di scegliere cosa farne. L’azione rituale condivisa, riesce così a coinvolgere ulteriormente lo spettatore, trascinandolo in un unico simbolo primigenio: lo spazio naturale.”
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testo di Antonio Di Cori
LA NATURA E’ ARTE | Catalogo Residenza MABOS | Museo del Bosco della Sila, 2019