IL DOLORE DA BRUCIARE E’ LA PORTA DA SPALANCARE
Entra in questa ferita è concepito come approdo verso l’ altro.
La ferita restituisce ciò che nascondeva, divenendo porta da varcare, luogo da attraversare perché si possa attuare la metamorfosi.
Dal dentro al fuori e dal fuori al dentro, dalla dimensione intima alla dimensione collettiva in un flusso che sia balsamo per la ferita del sé e dell’altro.
video di 4:10 minuti
2015
(montaggio in stop motion di materiale fotografico con interventi pittorici e materiale fotografico di elementi pittorici tridimensional
perdonare ° per donare
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elementi poetico rituali compositivi del VIDEO: http://www.michelatobiolo.com/?portfolio=perdonare-per-donare
La ferita è indubbiamente un “accesso”, un’ apertura dolorosa certamente, ma come ogni dolore, potenzialmente esso prepara e dispone ad una diversa sensibilità delle cose. La vita dispensa inevitabilmente questa condizione che certamente non è desiderabile, eppure spesso si comprende che la sensibilità che quel momento può aprirci, può essere una cosa preziosissima, una via per capire meglio le cose e se stessi, Il video di Michela Tobiolo è pensato dall’ artista come elemento di una installazione più complessa e interattiva ma, essendo in qualche modo momento centrale di tale lavoro, sintetizza poeticamente i temi del progetto: disegno e ripresa video si fondono insieme come aspetti logici e analogici dello stesso tema rappresentato: il contrasto vivido del b/n con il colore steso a mano, racconta con stupore, più che con dramma, la scoperta di questa condizione paradossale dell’ essere umano che appunto ci rende capaci di capire anche i dolori degli altri e quindi ci mette in una comunicazione reciproca più autentica. Quasi che convenga mettersi in gioco oltre il dolore superando le spontanee lamentazioni, accettando questo paradosso che pur restando duro ci permette di essere sempre più autenticamente “umani”.
testo di Antonio Zimarino
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catalogo XVIII Biennale di Penne e Nocciano
Museo di Arte Moderna e Contemporanea MaMec – Penne (Pe)
a cura di Antonio Zimarino e Martina Lolli, 2015
Se raggiungere la barriera del suono significa scontrarsi con un limite che ha la consistenza di muro – per quei velivoli
impreparati a sostenere tale velocità – cosa succede quando siamo noi un muro per gli altri? La velocità che esperiamo
giorno per giorno ci ha anestetizzati rendendoci individui opachi e poco permeabili alle sensibilità altrui. Siamo aerodinamici,
ma per questo snelli, elusivi e sfuggenti: quando si va troppo veloce il cambio di rotta non è contemplato e l’unico incontro
possibile con l’altro è la collisione.
Vivre, c’est passer d’un espace à l’autre en essayant le plus possible de ne pas se cogner. (G. Perec)
Per uscirne indenni bisogna bucare quella membrana dinanzi a noi, penetrare simbolicamente la nostra pelle per creare un
varco, immergersi nel profondo dell’epidermide e ritrovare il luogo primigenio delle nostre emozioni. A invitarci in questo
viaggio sono i lembi di una ferita, una soglia verso l’oltre del sé cosciente, ma anche l’apertura totale e l’accoglienza dell’altro
da sé.
Disposti a lasciarci attraversare, si inizia questo percorso insieme, nei meandri ipnotici di un taglio dove il suono si trasforma
in risonanza.
Nella ricerca di Michela Tobiolo la ferita diviene l’antro di questa metamorfosi, si moltiplica, si fa più grande, ci costringe ad
affrontarla, proponendosi come tappa iniziale di un viaggio iniziatico che prevede silenzio e solitudine, verso la presa di
coscienza del proprio essere. Ausiliari nel viaggio sono gli oggetti rituali e poetici, strumenti costruiti dall’artista con tessuti,
filo, ornamenti e materiali naturali. La sacralità sprigionata dagli ex voto di Michela Tobiolo deriva dagli oggetti di recupero e
dagli elementi che l’artista trova in natura evocanti un senso di profonda comunione con essa. Affine alla ricerca di Ana
Mendieta, l’artista recupera un sentimento di appartenenza panica per trarre dal ciò nuova linfa vitale; di Kiki Smith sono il
misticismo e l’intimità della natura presenti nelle opere di Michela, una natura intesa come grembo fertile e accogliente in
grado di ricucire assieme le reliquie di una vita e di tessere un senso di maternità che leghi ogni essere vivente.
Questo il percorso umano e spirituale proposto da Michela Tobiolo dove la musica e la magia esistono ma vengono da un
ascolto profondo dell’individuo; nessun cambio di rotta e nessuno scontro sono previsti, solo la suggestione dell’inizio di un
viaggio di rinascita.
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testo di Martina Lolli
selezioni video:
2018
Finalista Concorso Internazionale VAA VIDEO ART AWARDS – “OLTRE IL CORTO/BEYOND SHORT FORMAT” – promosso dal Centro di Documentazione della Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro, Roma, che si rivolge a giovani artisti attivi nel campo della video arte. Il progetto è realizzato con il contributo dell’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria e con la collaborazione della associazione sudafricana Rainbow Media NPO e di CortoLovere.
Dieci finalisti – cinque italiani, cinque africani – in Esposizione presso il TSOGA CENTRE, PHILIPPI | CAPE TOWN, South Africa il 24 Marzo durante l’Italian Art Day e poi in Settembre al Festival internazionale CortoLovere.
concorso: http://www.centroluigidisarro.it/video-art-awards-oltre-il-corto-beyond-short-format-concorso-per-video-artisti-aperta-la-call/
finalisti: http://www.centroluigidisarro.it/vaa-video-art-award-10-finalisti-in-mostra-durante-litalian-art-day-e-cortolovere/
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2016
London Biennale, Stufio.Ra, Roma
a cura di David Medalla ed Adam Nankervis, Raffaella Losapio, Studio Ra, Roma
programma: http://www.studiora.eu/2016/05/01/program-of-london-biennale-2016-in-rome-press-release/
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2015
XVIII Biennale di Penne e Nocciano
Museo di Arte Moderna e Contemporanea MaMec Penne (PE)
a cura di Antonio Zimariono e Martina Lolli
http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_53410871.html